venerdì 29 aprile 2011

Il mio primo allenatore

Il pallone era sempre l’ultimo oggetto che prendevamo, ma sicuramente il più importante. Un compagno inseparabile quando ci recavamo al mare.
Appena arrivati sulla spiaggia, dopo aver piazzato ombrellone, asciugamani e borse, la sfida iniziava immediatamente e sarebbe andata avanti per tutta la giornata.
Cinque minuti per scaldare i muscoli. Qualche passaggio niente di più. Un avviso anche per gli altri bagnanti: meglio stare distanti da quei due "ragazzini" con la loro palla svolazzante e minacciosa.
Il gioco vero e proprio prendeva finalmente il via. Ci lanciavamo a vicenda la palla con le mani. Dopo un breve volo, lei passava sopra la testa e finiva dietro le spalle. Senza voltarsi, lo sguardo fisso in avanti, si doveva allungare la gamba dietro per colpirla con il tallone: uno spettacolare colpo di tacco. Se l'esecuzione era perfetta, la palla doveva tornare a chi l’aveva lanciata e si guadagnava un punto.
Ogni tanto una sosta per un tuffo in mare o un panino da mangiare: momenti duranti i quali anche la palla tirava finalmente il fiato.

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Sono trascorsi diversi anni da quelle giornate al mare ed oggi sulla spiaggia non è più possibile giocare. E' tutto un divieto e nessuno ha più la pazienza, lo spirito di sopportazione e la gioia per osservare un padre che gioca a palla con il proprio figliolo.

Per fortuna arriva l'inverno, la spiaggia torna deserta ed allora ci si ritrova con gli amici per indimenticabili partite a piedi nudi sulla sabbia.
Ogni tanto accade che la palla arriva con una bella traiettoria. La vedo volare nel modo giusto e immagino di essere tornato al mare con mio padre. Potrei colpire con la testa, ma fra la rabbia e lo stupore dei compagni la lascio scorrere dietro le spalle. Non mi volto. Allungo la gamba dietro. Il cuore accelera: "se sbaglio gli avversari ci faranno un goal". Attimi di tensione. Finalmente lei, la palla, termina la corsa, incoccia nel mio tallone e in volo torna da dove era partita. Pericolo scampato.
Subito si alza un coro: "Woooooowwwww che c..o però non sbagli mai"

Tornano così alla mente i pomeriggi al mare
quando mio padre da bravo genitore
fu per molto tempo il mio primo allenatore.

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