domenica 28 novembre 2010

Aveva le mani lunghe la mi' mamma








Aveva le mani lunghe la mi’ mamma

Si e quando la facevo arrabbiare non ci metteva molto ad usarle. Per fortuna il campanello d’allarme scattava prima che le sue mani prendessero il sopravvento. Aveva un ricciolo biondo ribelle che lei faticava a tenere a bada. Nel momento in cui si arrabbiava, il ricciolo si inalberava immediatamente. Dritto sopra la sua testa, annunciava l’imminente bufera un secondo prima che le mani iniziassero ad agitare l’aria per immancabilmente finire la loro corsa su di me.

Aveva le mani lunghe la mi’ mamma

Avevo da poco scoperto che gli oggetti inutili possedevano una loro potenzialità economica. Quello che per me era un gioco, un passatempo ormai da mettere nel ripostiglio, spesso rappresentava l’oggetto del desiderio di un altro bambino. Mi ero quindi gettato nel commercio intravedendo in quella attività facili guadagni. I primi affari furono una collezione di francobolli di poco valore ed una tenuta da portiere di calcio avuta in regalo per natale dai miei genitori. Quando la mamma scoprì questa innata propensione agli affari, andò immancabilmente su tutte le furie. Da buona e parsimoniosa amministratrice familiare sorvolò sulla collezione di francobolli: Avevo infatti recuperato con gli interessi la cifra spesa in quella collezione. La divisa da portiere, da me venduta perché la mia carriera in quel ruolo svanì in pochi mesi, la fece andare fuori dai gangheri. Quella fu una di quelle volte che assaggiai, facendone abbondantemente indigestione, la pesantezza delle sue mani.

Aveva le mani lunghe la mi’ mamma.

Stroncate sul nascere le mie velleità commerciali, un bel giorno ricevetti dalla nonna materna un regalo che ha segnato tutta la mia vita. Una penna Parker. Quanto di più desiderabile ci fosse a quei tempi in termini di penne. Emozionato la presi tra le mani e gettai uno sguardo furtivo a mia madre che osservava la scena. Con sguardo severo ed espressione dura, agitandomi l’indice della mano destra davanti al naso, sentenziò “Se vendi questa penna ti sbatto fuori di casa a suon di sculaccioni” Le feci le mie assicurazioni che dovettero essere convincenti e portai quel gioiellino di penna in cameretta.

Aveva le mani lunghe la mi’ mamma

La penna Parker diventò in breve il mio incubo. Mi svegliavo la notte per andare a controllare se fosse ancora al suo posto. A scuola la tenevo costantemente sotto controllo. Mentre tornavo a casa terminate le lezioni, infilavo la mano nella cartella almeno un volta ogni minuto per assicurarmi che ci fosse. A casa facevo sempre i compiti con la Parker per far vedere alla mamma che la penna era custodita gelosamente. Insomma tutto filava liscio e mia madre sembrava aver allentato i suoi severi controlli, quando accadde l’irreparabile. Un giorno, inspiegabilmente, la persi di vista e non la trovai più. Furono momenti terribili. Lottai strenuamente con me stesso combattuto far la confessione dello smarrimento della penna o fare finta di niente sperando che la mamma non se ne rendesse conto. Presi tempo e dopo due giorni decisi fermamente che : non le avrei detto niente

Aveva le mani lunghe la mi’ mamma.

I giorni trascorrevano mentre la tensione piano piano si allentava. Lei sembrava non ricordarsi più della penna Parker ed io ritrovai una certa tranquillità. Un pomeriggio mentre leggevo e lei come al solito sbrigava qualche faccenda, mi rivolse lo sguardo e disse “Bimbo mi presti la penna che ti ha regalato la nonna che devo scrivere un appunto” Mi crollò il mondo sotto i piedi ed a lei furono sufficienti tre millesimi di secondo per capire. Il ricciolo biondo comparve all’improvviso come se qualcuno con un filo invisibile lo avesse tirato dall’alto. Cominciò a cambiare colore e gridò “L’hai venduta” Non aveva ancora terminato di sillabare l’ultima parola che la sua mano destra stampò tutte e cinque le dita sulla mia guancia sinistra. Rimasi immobile senza un lamento di dolore e senza una lacrima come facevo sempre in quelle situazioni. Stavo  per dire “No mamma l’ho solo persa” ma dopo il No la sua mano sinistra andò a lasciare un sonoro ceffone sulla guancia destra. Fu il pomeriggio più terribile della mia infanzia. Rinchiuso in camera non mi fece uscire per un giorno intero, ogni ora la mamma arrivava e mollava un ceffone o uno sculaccione a seconda di come le tornava meglio. Pretendeva che confessassi di aver venduta la penna, ma io, testa dura, insistevo nel dire la verità.

Aveva le mani lunghe la mi’ mamma

Dolce la mia mamma. Se n’è andata tanti anni fa convinta ancora che quella stupenda Parker l’avessi venduta a qualche compagno di scuola. Non sono mai riuscito a convincerla ed il suono degli schiaffi di quel pomeriggio ancora risuona nelle mie orecchie. Da quel giorno il mio rapporto con le penne è diventato una specie di lotta giornaliera. Le semino ovunque capita e quasi mai una penna fra le mie mani resiste più di un giorno. 

Aveva le mani lunghe la mi’ mamma …. Ed erano pesanti ma quanto pagherei perché lei fosse ancora qui a darmi qualche bel ceffone. Era dolce la mia mamma.

sabato 27 novembre 2010

La strada delle emozioni


Fra le tende socchiuse
scorrono nuvole grige
trascinate dal vento dei pensieri
su strade abbandonate

Seminano ricordi
come gocce di pioggia
liberati dalla malinconia
della lontananza

Un'ombra percorre
la strada disseminata
di stelle ormai spente
dall'interruttore degli eventi

La luna illumina
un sentiero solitario
fra dune di sabbia
e onde dalla chioma bianca

Emozioni seguono i riflessi
di un mare tormentato
guidate dalla luce
di un'intensa speranza

Invadono acque cristalline
portano i suoi respiri sul mio cuore
come i sogni della notte
prendono possesso dell'anima 

 


venerdì 26 novembre 2010

Strada dei sogni


Gocce brillanti
compagne di viaggio
riflettono la luce
solcano l'anima
sul cammino del desiderio
nella nebbia della sera
 
Lasciano segni indelebili
su percorsi inariditi dal tempo
aprono sentieri
pronti al passaggio
di emozioni da tenere
in fondo al cuore
 
Seguono un sorriso
nel buio della notte
guidate da occhi
baciati nel sonno
da labbra morbide
calde, sensuali
 
Come note danzanti
fluiscono
muovendo l'aria
piena di sogni
posati sul cuscino
bagnato dalla luce del tramonto
scaldato da una voce
pronta ad aprire
una porta socchiusa
dalla immobilità della vita

mercoledì 24 novembre 2010

Come sei


Parole arrivate
dritte in fondo al cuore
compagne di immagini
dense di emozioni
hanno aperto
quella porta ormai
socchiusa dal tempo

Alla luce fioca della sera
un sorriso ha invaso
l'anima inquieta,
alla eterna ricerca
di una storia senza fine
dove trovare la serenità
perduta lungo la strada

Frugando negli anfratti
della mia essenza
hai liberato
palpiti nascosti,
memorie di un amore
sconosciuto e imprigionato
nelle pieghe della mente

Da quella sera
è sbocciata la passione,
una tenue luce
ha illuminato il percorso nascosto
da seguire senza indugio
disperdendo le paure
raccolte dall'amica solitudine

Con i primi passi
ho scoperto come sei:
una stella senza tempo,
un'emozione senza limiti
una gioia senza fine,
per te nuoterò in questo mare
nel silenzio di un giovane
ma già infinito amore

martedì 23 novembre 2010

Sogn'amare


Scorre il fiume dei sogni
portando desideri
sgorgati da emozioni intense
nel mare dell'anima

Rivoli di pensieri
sfiorano gli argini
di sensazioni non vissute
scolpite nella mente e nel cuore

Trascinano gesti
sguardi carezze profumi
rimasti sulla pelle sfiorata
dalla luce fioca della luna

Impronte indelebili e confuse
intrise di note suadenti
disperse nell'aria leggera della sera
incomplete per il concerto della vita

Percorro la spiaggia deserta
raccolgo giovani ricordi
in un mosaico di giorni senza tempo
seguendo la luce sgorgata
fra le nubi di un cielo
da troppo tempo ormai grigio 

lunedì 22 novembre 2010

Una volta il pc diceva: inserire il disco numero 3 ... ma non la diceva tutta







"Pronto" rispondo gentilmente allo squillo del telefono

"Pronto .. scusa se ti disturbo ma ho bisogno del tuo aiuto .. non so piu' come fare" Sento una voce disperata dall'altra parte del filo

"Dimmi che ti è accaduto" preoccupato dalla disperazione che percorre la cornetta

"Stavo installando un programma, ho qui i tre floppy della installazione"

"Bene e che ti è successo ?" domando gentilmente

"Ho inserito il primo ed ho fatto partire il programma di installazione"

"Bene e poi ?" lo invito a continuare

"Ad un certo punto è comparso un messaggio "Inserire il disco numero 2""

"Bene e lo hai fatto ?" ho il presentimento di come contnuera' questa storia

"Si certo .. ho sentito un rumore strano ma tutto e' andato avanti fino ad un secondo messaggio "Inserire il disco numero 3""

"Beh si i dischi sono 3 ... bene sei riuscito ad andare avanti ?" la pazienza sta terminando

"No non sono riuscito ad inserire il terzo disco .. proprio non ci sono riuscito ed ora e' tutto bloccato"

"Ma come non sei riuscito ad inserire il terzo .. ? Che e' successo ?" domando alterandomi

"Guarda proprio non ci sono riuscito .. ma perche' non vieni a vedere così facciamo prima"

"Ok salgo subito" la pazienza e' agli sgoccioli
"Grazie"

Vado su ed entro nella stanza. Il tipo, bianco in volto con il floppy in mano, mi guarda e mi fa vedere il Pc
"Vedi ... due sono riuscito a farceli entrare ma quando mi ha chiesto di inserire il terzo proprio non ci sono riuscito"

Guardo esterrefatto il pc e la fessura del lettore di floppy disk con due dischetti infilzati dentro che sembrano scoppiare ed il poverino che cercava di far entrare anche il terzo senza togliere gli altri due.

"Ma guarda che quando e' comparso il messaggio Inserire il disco numero 2 .. Dovevi togliere il pimo disco" Non so se mandarlo a quel paese o ridere a crepapelle ... decido che e' meglio ridere

"Ma il messaggio diceva inserire il disco numero 2 mica togliere il disco numero 1 e inserire il numero 2 io pensavo che funzionasse in questo modo" risponde lui candidamente ... beh a questo punto il sorriso mi rimane sulle labbra e nel mio volto si legge un candido ... vaffa ...

"Beh poi mi spiegherai come c...o hai fatto a far funzionare il secondo disco ora il pc e' da buttare" e me ne vado prima di mandarlo davvero a quel paese

Erano i tempi in cui il personal computer stava sostituendo macchine da scrivere ed in molti, negli ambienti di lavoro, lo guardavano con circospezione e sospetto. Non capivano a che cosa sarebbe servita esattamente quella tastiera, munita di una specie di televisore appoggiato su una scatola, con due fessure dove andavano introdotti quei contenitori neri al cui interno di trovavano, dicevano i piu' informati, dei dischetti. Ma cavolo prima di inserirne uno si poteva facilmente intuire che sarebbe stato necessario togliere l'altro..... O no ??
 
(Realmente accaduto nel lontano 1994 ... sembra un secolo fa ... ma sono solo 16 anni .. non sarà che il mondo va troppo velocemente in questi ultimi tempi ?) 

domenica 21 novembre 2010

Ti vivo


Apro gli occhi
sul suo respiro
fonte di speranza
per una nuova vita

Allungo la mano
sui suoi capelli
leggeri come il vento
profumati come il mare

Socchiudo le labbra
sopra i suoi morbidi seni
in attesa del piacere
perso nel tempo

Accarezzo la sua pelle
dolce fragranza
di sapori intensi
nutrimento dell'anima

Scambio di brividi
che percorrono il mio corpo
mentre il cielo incornicia le stelle
come desideri sparsi nella mia mente

Vivo la bellezza del suo esserci
istante per istante
mentre resto in silenzio a guardarti
privo di quelle parole che il mio cuore urla

Vivo la sua presenza
nei sogni della notte
nella vita di ogni giorno
in un movimento allegro e malinconico

Alzerò le mie vele
quelle che non ho mai aperto
per navigare in questo mare
dove non saremo mai più soli … forse 

venerdì 19 novembre 2010

Nuove rimembranze

Vola la mente
su percorsi antichi
in cerca di ricordi
seminati sul letto
del mare addormentato

Cammina lentamente
raccogliendo immagini
soffuse alla luce della sera
scopre segreti
affidati alle mura del passato

Ripercorre strade
mai dimenticate
fra sensazioni ormai vissute
e giovani emozioni
che scaldano l'anima

Corrono i passi
sul selciato della vita
si perdono nel silenzio della sera,
rallento il mio percorso
ad aspettare quel dolce sorriso

Salgo i gradini
di un desiderio ritrovato
in compagnia delle note
di un canto senza tempo
e dei fremiti del cuore
intensi e appassionati


giovedì 18 novembre 2010

Quando con il proprio corpo si può produrre ricchezza


Quando si è fuori, per vacanza o per lavoro, in una città diversa dalla nostra, c'è sempre un problema che ci perseguita prima o poi: fare la pipì. Una volta in ogni città c'erano i bagni pubblici o i famosi vespasiani ed espletare questa funzione fisiologica non era certo un grosso problema, oggi questi servizi essenziali sono praticamente scomparsi ed allora è necessario ricorrere al locale pubblico, di solito un bar. Si entra e si chiede candidamente: "Un caffè .... (pausa di qualche secondo) ... Scusi dove è la toilette ?" Di solito l'esercente ci guarda un pò storto e poi ci indica dove si trova la tanto desiderata stanzetta. Quando invece ci si trova in una stazione solitamente questi servizi sono sempre presenti ma le condizioni igieniche sono tali che .... ci verrebbe voglia di entrare in un portone e farla lì. Poi guarda caso si arriva sempre al limite delle nostre capacità prima di decidersi ad entrare nel famigerato bar e sottoporsi agli sguardi lanciafiamme del gestore.
Poco tempo fa ero alla stazione di Roma Termini e sono incappato in uno di quei momenti in cui ... ti rendi conto di non reggere più e se non trovi un bagno .. rischi di fartelo davvero il bagno. Fra i tanti cartelli indicatori nella stazione finalmente trovo quello desiderato .. ma avete mai notato che questi cartelli riportano sempre delle frecce sbilenche che danno adito ad almeno tre interpretazioni diverse ? E naturalmente quella giusta la trovate solo al terzo ed ultimo tentativo quando ormai il vostro serbatoio sta esondando.
Quella volta alla stazione Termini mi è accaduto esattamente questo, ma finalmente sono arrivato davanti alla porta della toilette in tempo anche se ormai paonazzo in viso e con l'onda di piena che si vedeva chiaramente essere arrivata ... agli occhi. Tento di aprire la porta ma questa è bloccata come quella di una cassaforte della Banca d'Italia. Naturalmente sbatto contro il vetro che non so come non vada in mille pezzi. Una voce dall'altra parte grida stizzita "Senza li sordi nun se apre .. " ... .
..zzo impreco .. Di fianco alla porta c'è la classica fessura come quella dei distributori automatici di bibite con sotto scritto ... 0.80 euro. Frugo nelle tasche, trovo una moneta da un euro, e ormai pregustando lo svuotamento, la infilo nella fessura e mi dirigo a tutta velocità contro la porta. E questa ... fa ancora resistenza .. e quindi altra botta terribile contro il vetro.
"Ci vuole li sordi ... 80 centesimi" strilla ancora la voce .. "Ma ho messo 1 euro" rispondo altrettanto forte ... "Nun da il resto ... ci vogliono 80 centesimi"
Ca..volo ma l'euro se l'è preso la stronza. Beh non importa c'è un problema più urgente da risolvere. Infilo di nuovo la mano in tasca e tiro fuori una manciata di spiccioli, naturalmente tutti da 10 e 5 centesimi. Sto scoppiando ma piano piano scelgo le monetine e le inserisco ad una ad una nella fessura, che sotto ha un display che ti dice ... a mo' di presa in giro ... quanto manca ancora per raggiungere la tanto sospirata cifra. Quando sul display appare finalmente .. 0.80 .. la porta a vetri si apre .. e faccio appena in tempo a scattare dentro perchè quella, mentre ancora non ho varcato completamente la soglia, .. si richiude a mo' di ghigliottina. Rimane un piede incastrato .. ma non è tanto il dolore quanto il fatto che nel frattempo l'onda di piena ha raggiunto le orecchie e l'esondazione è quasi assicurata. Mi libero e con uno scatto da centrometrista raggiungo una di quelle porticine anticipando di un soffio un altro mal capitato. Entro dentro e prima ancora di riuscire a chiudere la porta .... do il via al tanto sospirato bisogno fisiologico, naturalmente senza cogliere esattamente nel bersaglio. Ma dalle condizioni in cui trovo quel cesso ... mi rendo conto che non sono il primo ad aver mirato fuori dalla tazza ... e sicuramente non saro' nemmeno l'ultimo.
Finalmente liberatomi da un peso così opprimente ... riguadagno l'uscita dopo essermi lavato le mani e mi ritrovo davanti alla porta ma dall'altro lato .. quella non si apre .. Vuoi vedere che dopo aver preteso ben 1.80 euro per entrare ora ne vuole altrettanti per uscire ? La voce stridula mi soccorre "Per uscire c'è il pulsante rosso da premere" ..zzo che organizzazione. Premo il pulsante e mi ritrovo libero e leggero ... quasi come uscire di galera .. non ci sono mai stato ma quella deve essere l'impressione quando se ne esce.
Trascorso qualche minuto e dopo aver ripreso a pieno le mie facoltà mentali ... prendo il mio cellulare e faccio una rapida ricerca su google. L'uomo mediamente ogni volta che si reca in bagno produce circa 200ml di urina, nell'arco di una giornata ne espelle circa 1 litro, dovendo far ricorso ogni volta ad un bagno pubblico si dovrebbe andare al bagno circa 5 volte al costo di 80 centesimi alla volta, per una spesa totale di circa 4 euro al litro. Altro che petrolio ... Insomma beviamo acqua al costo di 1,5-2 euro al litro e produciamo pipì che viene a costare circa 4 euro al litro ... insomma il corpo umano in questo caso produce ricchezza. Forse forse abbiamo trovato il modo di combattere la crisi economica ?

Trattenere



Non li so trattenere
quando non ti sono vicino
i miei pensieri che corrono nell'aria

Non le so trattenere
quando siamo distanti
le parole che arrivano al tuo cuore

Non la so trattenere
la mia voglia di stringerti
ma lontana che sei stringerò il tuo cuore

Non lo so trattenere
quando arrivo da te
il sorriso che rispecchia l'anima

Non li so trattenere
quando ti vedo
gli occhi che incrociano i tuoi sguardi

Non le so trattenere
quando sei ad un passo da me
le mani che ti accarezzano

Non li so trattenere
quando siamo insieme
i baci che percorrono il tuo corpo

Trattengo il respiro
quando sento il calore della tua pelle
e non voglio più trattenere
il desiderio immenso
di fare l'amore con te



martedì 16 novembre 2010

Volami nel cuore


Come una farfalla
si è posata
sul mio cuore

Come una farfalla
ha portato i suoi colori
col sorriso sulle labbra

Come una farfalla
ha sfiorato la mia anima inquieta
con la dolcezza del suo sguardo

Come una farfalla
è volata in silenzio
sul sentiero della vita

La cercavo nel cielo
in mezzo a fiori colorati
fra stelle sbiadite
dalla luce pallida della luna

Non temo più la sera
quando la notte
porta un sogno
mai vissuto
mentre voci solitarie
giocano con i pensieri
lasciati a riposare
in una soffitta da tempo vuota

La mente prende forza
tende la mano il cuore
affianca l'anima
insieme spiccano il volo
seguendo i suoi colori
portatrici di nuova vita




lunedì 15 novembre 2010

Onda di vita



Onda che sgonfia
dolori latenti
liberati da parole
piene d'amore
seminate da giorni 
di nuovo splendenti

Onda che spazza
illusioni cresciute
all'ombra di gesti
confusi, riposti
in un angolo di cuore

Onda che incombe
pulisce ferite
aperte da spine
sul cammino nascoste
di sentimenti sinceri

Onda che cresce
riporta la vita
spazzando fiori recisi,
petali di ricordi,
false emozioni.

Onda di marea
investe l'anima,
rinnova dolcezze
dimenticate nel tempo
prigioniere dell'anima.

Onda che arriva
risucchia solitudine,
libera nuovo amore
come lava dilagante
da un vulcano che bolle

Onda che semina
dolcissimi baci,
trasporta calore,
riapre il cammino,
riempe quel vuoto
di nuove speranze



sabato 13 novembre 2010

E' la notte


E' la notte dei pensieri
è la notte delle stelle
è la notte della luna
è la notte del mare inquieto
è la notte della vita ritrovata
è la notte delle emozioni

La mente vola ad incontrare
la sua stella sulle ali del vento
che trasporta sogni fluttuanti
fra le spire di un sentimento
sgorgato all'improvviso
dal profondo dell'anima

Sfioro la sua pelle
scaldo le sue mani fredde
assecondo il suo cammino
disperdo le sue paure
sostengo i suoi pensieri
trattengo il calore del suo cuore

La mia porta arrugginita
lentamente si è aperta
alla dolcezza delle sue parole
lasciando spazio a quel sorriso
che nel grigio della mente
ha aperto uno squarcio colorato

Qualcuno deve dirmi chi sei
in questa notte che ti sogno a parlare
qualcuno deve dirmi chi sei
in questa notte che vorrei venirti a trovare
voglio sapere di che colore hai l'anima
voglio sapere se aprirai il tuo cuore

E' la notte della malinconia
e' la notte della solitudine
e' la notte della porta che si apre
e' la notte del sogno d'amore

E' la Notte



venerdì 12 novembre 2010

Monete di pensieri


tengo pensieri in testa,
soldini sparsi per le tasche
in attesa di essere spesi,
seminati su pavimenti colorati

emozioni intense nascoste,
sotto tappeti in trame di porpora,
tintinnano nel cuore
a spargere centesimi d’amore

fruga la mano in cerca di monete,
arranca nell’aria di stanza vuota,
sottile parete liscia con cura
come seno di donna ad accarezzare

torna speranza stasera
mentre versi arrivano dal filo
portati da ceste di ricordi e amore
a mescolar le onde dell’anima

tocca il mio cuore e senti come batte 

mercoledì 10 novembre 2010

Gli amanti segreti

Quello scampanellio tremendo che ogni mattina odiavo più di ogni altra cosa, è ora diventato una musica suadente. Mi alzo e il primo pensiero sei tu. Chissà come avrai trascorso la notte e se mi avrai pensato. Io ti ho sognato mentre ti tenevo stretta e ti accarezzavo. E tu che avrai fatto ? Sarai davvero rimasta ad aspettarmi come avevi promesso ?

Non sono mai stato geloso, ma, da quando ti conosco, ho iniziato a provare questo sentimento per me sconosciuto. In fin dei conti non avrei motivo per esserlo, ti lascio in mezzo alle tue amiche ed ogni mattina ti ritrovo lì ad aspettarmi trepidante in attesa del mio arrivo. Il pensiero però la notte corre a quei tre o quattro ragazzotti che stanno sempre in mezzo a voi.

Ho cercato di trovarti una sistemazione per startene da sola, ma tu non hai voluto. “Sono stata per tanto tempo rinchiusa ed ora non sopporto più la solitudine. Stai tranquillo non ti tradirò mai" mi hai detto con la decisione e la dolcezza che ti contraddistinguono. Ed ho ceduto. Non ho saputo dirti di no.

Quindici minuti esatti: sono colazionato e ben vestito per correre subito da te. Vengo a prenderti, ti guardo, capisco che mi stavi aspettando e solo in quel momento mi tranquillizzo mentre inizio ad accarezzarti. Abbiamo circa un'ora a disposizione durante la quale siamo completamente soli lontano dagli sguardi curiosi dei colleghi di lavoro per goderci una stupenda intimità e per salire in paradiso. Durante la giornata poi, pur rimanendo sempre vicini ed a stretto contatto, abbiamo sempre gente intorno e dobbiamo soffocare il nostro desiderio.

Dopo essere stati insieme tutta la mattina ed a volte anche il pomeriggio è sempre più diffile staccarsi da te. Mentre mi allontano, i tuoi occhi lanciano uno sguardo languido, pieno di desiderio e sussurrano: "Rimani qui, prendimi ancora con quelle tue mani delicate". E' difficile staccarmi da te, ti lascio un'ultima carezza, un ultimo sguardo e poi mentre esco dalla stanza ti rassicuro "A domani mia cara Montblanc". 


Questo è il triste destino degli amanti segreti.



Vorrei se


Vorrei donarti una stella
per aprire quel cuore
pieno di emozioni
che spargi con il tuo sorriso

Rintocca la tua voce
nella mia stanza silenziosa
a richiamare la vita
dispersa sulla via

Vorrei raccogliere le tue speranze
riporle nel sottocuore
ad alimentare il fuoco
che hai acceso con uno sguardo

Scorrono le tue mani
sulla mia pelle ormai
solcata dai segni di un tempo
sul quale si e' accesa una luce improvvisa

Vorrei scacciare le tue paure
gettarle in fondo al mare
liberare quella strada
tracciata dal destino

Scendono due gocce di pioggia
veloci bagnano il tuo volto
illuminano i tuoi occhi
che brillano nel buio della sera

Vorrei offrirti il mio amore
accarezzare la tua anima
sostenere i tuoi passi
camminando fianco a fianco

Vorrei … se vorrai




martedì 9 novembre 2010

In sera di pensieri


Ruzzolano i pensieri
a cascata sul pendio
delle emozioni

un cuscino aspetta
il suo turno immerso
nei lenzuoli del mattino

spettatore di vita e di sogni
racchiude strette e soffocate
speranze tenute a scrigno

s’accendono luci opache
a ricordare il ritorno
di carezze da tempo abbandonate

mentre l’astro della notte stasera
non arriva a illuminare
il desiderio sopito nell’anima

baci usati riprendono vita
a forza trattenuti
in attesa di libero sfogo





sabato 6 novembre 2010

Notte in te




Vagano nella notte
i miei pensieri,
frugano nel profondo del suo cuore
alla ricerca di uno spazio infinito
per alimentare quell'amore
sopito nelle pieghe del tempo.

In un angolo buio
si nasconde (forse) la felicità
di una vita mai vissuta,
speranza camuffata da illusione
qualcosa che si afferra con le dita
ma sfugge come sabbia al vento.

Tenterò dal buio dove sono
di aprire quella porta arrugginita,
cercherò di prenderla per mano
per allontanare i segreti che trattiene
e liberare le sue ali
in un volo sopra il mare del desiderio.

Rincorro le emozioni
cercando di capire cosa sia
quel senso di impotenza,
quel brivido dopo l'amore
quel ricercarla all'infinito
sciogliendo i nodi uno dopo l'altro.

Brucia la passione
al contatto del suo corpo
abbandonato al tepore della sera
attendo il suo sguardo mattutino
quando la luce del nuovo giorno
illuminerà la sua bocca socchiusa
scacciando le paure della notte.

 

giovedì 4 novembre 2010

La meta

Socchiudo le finestre
a tener fuori la notte
mentre la mente inizia
un viaggio senza fine
a ritrovar la stella

Una carezza si posa
sul mio viso
portando quel sorriso
scolpito fra le pieghe dell'anima
rubato sulla porta socchiusa

Fra cespugli di baci
inizio quel percorso
inseguito da sempre
mangiando scaglie di emozioni
raccolte sulla via

L'ignoto apre le sue braccia
mi stringe fra le sue spire
per soffocare l'amore
che sgorga dal mio cuore
come sorgente di vita

Scaccio la paura
con la forza della dolcezza
che trasmette ogni suo gesto,
continuo senza sosta
ad inseguire quel sogno
da sempre irraggiungibile,
ora la luce si e' fatta strada
fra timori e speranze
la meta e' finalmente chiara.
 

mercoledì 3 novembre 2010

Passo dopo passo


Passo dopo passo
percorrevo quella strada
una curva dietro l'altra
senza una meta precisa
con stanchezza diffusa

Saliva la malinconia
a soddisfare una sete infinita
accompagnata dalla paura
fabbricata da pensieri
stivati nell'anima

Brandelli di solitudine
ai bordi della via
calavano nel cuore
come fitta nebbia
a nascondere lo spavaldo amore

Sfiorato da un delicato
sorriso una debole luce
comparve all'orizzonte
portatrice di vita e di speranza
linfa vitale per un nuovo percorso

La paura di niente
scomparve dalla vista
scacciata da delicate carezze
cadute in riva al mare
alla luce delle stelle

Il cielo aspetta
di essere raggiunto
si allontana ad ogni passo
si avvicina ad ogni bacio
nell'attesa di emozioni a pioggia

La strada torna dritta
verso la meta desiderata
sei arrivata a portare la luce
quando il buio la stava soffocando
forse non la raggiungerò
ma l'amore che e' arrivato
per il resto del percorso
mai abbandonerò.



lunedì 1 novembre 2010

Volo di emozioni



Cammino sulla spiaggia
in cerca di pensieri
sparsi nel vento
come onde sul mare
mentre gocce di pioggia
cadono a grappoli
camuffate da carezze

Formano scalini
da percorrere a ritroso
per rivivere
giovani ricordi
di emozioni trascorse
in giorni rapidamente
fuggiti sul diario del tempo

Le mani cercano nell'aria
il calore del suo respiro,
gli occhi sfidano l'aria gelida
per trovare il suo sguardo,
le labbra si schiudono
per incontrare i suoi baci:
sogni colorati nel grigio del cielo

Li affido al volo dei gabbiani
che interrompono il riposo
per iniziare il viaggio
fino a quella porta
appena socchiusa
dove una luce intensa
scaccia la solitudine e accende la vita