mercoledì 27 luglio 2011

Istanti di vita

Ho lasciato in riva al mare
la malinconia di giorni solitari
con l'amica solitudine
per cercare quella strada
disseminata baci desiderati

Due fiammelle brillano
nella nebbia dell'orizzonte,
malinconia che sorride
nella speranza del ritorno
di dolci carezze

Incontro di pensieri
rimasti in sospeso
separati dal gioco della vita
alimentano le ore
da trascorrere insieme

Uno dietro l'altro
scorrono istanti di vita
accompagnati dalle note
di una melodia senza tempo
e dal profumo di un'anima inquieta

Non lascerò solo il cuore
ad affrontare il trascorrere
dei giorni che saranno,
scaccerò la solitudine
con la forza del sentimento



venerdì 22 luglio 2011

La tela del silenzio


Porta il silenzio
parole nel vento
soffiate fino al cuore

Segni indelebili
coperti da petali
seminati sul corso della vita

Fra le onde del mare
torno a vedere il sogno
di una strada infinita
persa fra le stelle

Passi incerti
alla luce fioca della luna
per ritrovar la vita
fra promontori e valli

Raccatto ricordi
freschi nella rugiada del mattino
abbandonati dal tempo
nel cassetto della memoria

Stesi sulla via
tornano a tessere
una storia vissuta
come un battito d'ali di farfalla


giovedì 21 luglio 2011

Il vogatore


Mezzogiorno era trascorso da qualche minuto e i nonni sarebbero rientrati a casa da un momento all'altro. L'ansia dell'attesa era palpabile nella piccola cucina sopra i tetti della città dove io ed i miei genitori attendevamo il ritorno di nonna Gerbina e di nonno Renato dall'ennesima visita per poter assicurare al nonno la pensione di invalidità. Quella pensione era diventata una ragione di vita per la nonna, una specie di traguardo che avrebbe voluto raggiungere ad ogni costo e che, forse, senza la testardaggine di Renato, sarebbe già stato conseguito da tempo. Fu una mattina di qualche anno prima che la nonna, osservando il fisico del nonno, martoriato come il fusto di una quercia esposta per secoli alle intemperie del tempo, aveva deciso che tutte quelle cicatrici meritavano almeno un riconoscimento come la pensione di invalidità.

Un pezzo di rotaia da 800 grammi conficcatasi durante un bombardamento nella spalla destra; una scheggia di un proiettile entrata nel petto e miracolosamente si era fermata sul cuore; una botte piena di vino che aveva terminato la sua corsa sulla gamba del nonno; questi gli incidenti che avevano cercato inutilmente di abbattere quella forte quercia. Renato ora camminava malamente, aiutando le gambe malferme con un bastone, ma le sue mani erano ancora due morse d'acciaio e quando entravano in azione facevano veramente paura. Ad ogni visita il nonno non sapeva trattenere quella sua tremenda forza ed i medici finivano per rimanere impressionati dalla potenza sprigionata da mani e braccia, tanto che la domanda per ottenere la sospirata pensione veniva immancabilmente rifiutata.

Quella mattina Gerbina aveva fatto le solite raccomandazioni a Renato “Per favore trattieniti, fingi, fai vedere che non hai forza nelle braccia così come nelle gambe, altrimenti anche questa volta niente pensione”. Renato rispondeva sbuffando e agitando le sue grandi mani in aria “Ma stai un po' zitta, so io che devo fare, non sono mica un bambino” E così fra rimbrotti, sbuffi, braccia che si agitavano come le pale di un mulino a vento, i due vecchietti si avviarono per uscire di casa. Vedere il nonno camminare faceva veramente impressione: sembrava sempre che da un momento all'altro dovesse cadere senza più rialzarsi. Tutto curvo con il bastone in mano, trascinava la gamba destra in un movimento strano, non riuscendo ad alzare completamente il piede da terra che ad ogni passo strusciava il suolo lateralmente. Le forti braccia ed il bastone sopperivano a quelle gambe malferme.

La porta finalmente si aprì ed i due vecchietti fecero il loro ingresso in casa. Fu sufficiente uno sguardo per capire che anche quella volta qualcosa era andato storto. Gerbina, la cui carnagione era solitamente bianca e pallida, era tutta paonazza e livida dalla rabbia. Renato, più taciturno, sbuffava anche lui abbastanza alterato. Nessuno osava dire niente o fare domande ma la nonna non tardò a sfogarsi. “Mentre eravamo in sala di attesa mi sono raccomandata come sempre. Renato stai attento, controllati, fingi di stare male o di non farcela. Questa volta ti fanno una prova con il vogatore, mi raccomando dopo qualche secondo rallenta, non fare come solito tuo .... ma non ho fatto in tempo a finire che lui già mi urlava di stare zitta. Ed allora mi sono messa buona ad aspettare che lo chiamassero. E' arrivata un'infermiera e ci ha portati nell'ambulatorio dove il medico stava aspettando. Ha guardato la domanda, ci ha detto di raccontare tutti gli incidenti che gli sono accaduti, poi mi ha fatto uscire per visitarlo e per fare il test con il vogatore. Sono uscita e mi sono messa ad aspettare. Dopo dieci minuti torna l'infermiera che mi dice di rientrare. Il nonno era ancora seduto sul vogatore un po' sudato, il medico da una parte guardava con gli occhi sgranati il vogatore. Io dopo aver guardato il nonno, poi il medico, torno con lo sguardo sul vogatore e che cosa ti vedo ?” La nonna si sofferma lasciando quella frase sospesa in aria, ma nessuno ha il coraggio di chiederle di proseguire. Lei lancia uno sguardo a Renato e poi conclude la frase “Il vogatore aveva entrambi i remi ...... spezzati”

Nonna Gerbina se n'e' andata prima del suo Renato con il cruccio di quella pensione e ironia della sorte la pensione è arrivata pochi mesi prima che anche il nonno la raggiungesse. Siamo sempre rimasti con il dubbio che la tanto desiderata pensione fosse stata concessa non tanto per i malanni di nonno Renato, ma piuttosto perché in ospedale si erano stancati di dover acquistare ad ogni visita un nuovo vogatore.




lunedì 18 luglio 2011

In pensieri della sera


Una brezza tiepida
porta quel profumo che scorre
lento nella quiete della sera
su strade infinite
che non vedono la meta

Rivivo dolci sogni
caldi come la notte
che sommergono il cuore
come la marea ricopre
un sasso abbandonato sulla spiaggia

Rincorro le emozioni vissute
cercando di capire cosa sia
quel brivido dopo il risveglio,
quel cercare senza sosta
sciogliendo i nodi del passato

Passioni che ritornano,
dolcezze che non dimentico,
rincorrendo ricordi
nel mulinello del tempo che passa
e lentamente mi porta lontano

Come il mare
che in lontananza incontra il cielo
immagino di ritrovare
la serenità perduta insieme a
quella quiete che riempe la vita

Pensieri che salgono
dal profondo dell'anima
invadono la mente
rompono gli argini della ragione
arrivano in fondo al cuore
alimentando un desiderio infinito nato
dalle profondità della notte


venerdì 15 luglio 2011

L'onda


Lenta l'onda del mare
sulla spiaggia deserta infrange le membra,
silenziosa come un'ombra scivola
rotola afferra sommerge la sabbia,
lambisce gabbiani assonnati e distratti
disturbati e cullati dal lento turbinio.

Improvviso un alito di vento sospinge
il tranquillo andirivieni di spuma bianca,
mille spruzzi delicati e leggeri si
librano in aria e una pioggia
argentea ricopre il lieve sonnecchiare
degli ignari inquilini.

Immediato un battito d'ali rompe
l'aria salmastra, nuvolette di sabbia
accompagnano un volo chiassoso
che affronta l'incauta onda come
a volerla imprigionare.

Pochi secondi di intensa lotta poi
l'aria si ferma,
l'onda rallenta riprendendo
il lento cammino,
il volo si arresta,
torna il silenzio
mentre un cielo rosso
prende a cullare il dolce riposo.



lunedì 11 luglio 2011

Pensieri notturni

Un filo di ghiaccio
ha avvolto la notte
lasciando un corpo
disteso in un letto di brina

Sprigiona calore il mio cuore,
libera dal profondo dell'anima
cestini di baci pronti per l'uso
per il lungo cammino

Contrasti di sensazioni
portano in superficie
antichi pensieri
pronti a liberare la vita

Mi aiuta lo ieri,
mi emoziona l'oggi,
mi avvince il domani,
insieme alla paura del tempo

Ogni giorno
un passo dopo l'altro
sogno la meta desiderata
incrociata nel profondo sottocuore

Sfoglio le ore
come petali di fiore
sognando di tornare
a soddisfare un desiderio infinito

Bevo alla fonte
stille di acqua
fino a calmare un'inquietudine
che soffoca la mente
mentre l'inverno ormai lontano,
sospinto dal sole,
sussurra parole
dense di sentimenti



giovedì 7 luglio 2011

Parole che volano

Un fiume di parole
scorre lungo il filo della vita
per raccontare una storia senza tempo
iniziata col profumo del mare

Una dietro l'altra
come tanti sassolini
indicano una strada
da percorrere senza indugio

Parole come carezze
spedite dritte
fino al cuore
a colmare un'inquietudine profonda

Parole come baci
portati dal vento della sera
da posare su morbide labbra
a placare una intenso desiderio

Parole che colorano
emozioni intense
scatenate da ore
trascorse sulla sponda dell'anima

Regalo parole che volano
da tenere dentro la mano,
da guardare senza paura,
da non lasciar scappare

Regalo parole che volano
senza ali in questo tempo infinito
da osservare, da ascoltare
da scolpire nel sottocuore



sabato 2 luglio 2011

La piena


Altera e fiera
ritta davanti in bella posa
mostra le sue beltà sincere

Mercanzia variopinta
nasconde nelle sue pieghe
il vero senso della vita

Esplode e si avvinghia
si offre e si dona
come fonte che appare al viandante
stremato dalla natura arsa e violenta

Si apre si trasforma
rilascia desiderio infinito
passione come un fiume in piena
che sfondati gli argini travolge il cuore