domenica 29 maggio 2011

Sogno

Ad occhi chiusi
ho visto un volto
mentre le mani
correvano lungo i suoi fianchi.
La bocca si è incontrata
con la sua,
appuntamento ricorrente
fatto di dolci carezze
labbra contro labbra.
Pelle a pelle
un intenso profumo
come un fiore appena sbocciato
al tepore del primo sole primaverile
ha invaso i miei sensi.
Correva
mentre l'anima scappava via
pervasa da un fremito di paura
partito dalla mente sempre attenta.
Correvo
per raggiungere quel fiore
tenerlo fra le mani
infondergli calore,
la sicurezza perduta
nella notte dei tempi.
Nel silenzio irreale
della sera illuminata dalle stelle
ho raggiunto uno sguardo
profondo come il mare,
ho amato la sua dolcezza
intensa come l'aria calda dell'estate.
Le mani
si sono intrecciate
nel cammino segnato
da un desiderio profondo
riscoperto nello spazio
di una tiepida notte appena iniziata.
L'orizzonte lontano e misterioso,
nascosto dalle curve del tempo,
riscopre emozioni nate dal nulla,
desiderate, vissute
pronte per essere liberate
al prossimo risveglio.

venerdì 27 maggio 2011

Sogni di vita

Raggio di luce
appare sulla porta
a bucare la nebbia
grigia di giorni
trascorsi sul sentiero dei pensieri

Sorriso ritrovato
nelle pieghe dell'anima
riscalda il cuore
con folate di baci
non più sussurrati

Il tempo trascorso
in assenza di carezze
chiudo nello scrigno
dei ricordi da stendere
sul cuscino della sera

Dolce penombra
raccoglie silenzi
sparsi nell'aria
dove sguardi ed emozioni
scacciano inutili parole

Ripercorro i sogni
della mente nelle notti
trascorse in lontananza,
in momenti di vita
vissuti intensamente

mercoledì 25 maggio 2011

Il caffè del lunedì


La festa arrivava sempre il lunedi'. I teneri nonni, Renato e Gerbina, mi aspettavano per il pranzo. Un rituale che si ripeteva come il sorgere del sole portando festa in quella casa già serena.

Entravo e subito l'odore della carne ai ferri toccava le narici. Il caldo della stufa, dove il fuoco era sempre vivo, invadeva la piccola cucina riscaldando le mani gelate, il cuore e l'anima. Si pranzava insieme tutti e tre: io in mezzo ai due cari vecchietti.

Erano curiosi e in quell'ora del pranzo settimanale per loro si spalancava una finestra sulla vita. Meglio di un giornale. L'università, il calcio, il babbo, la mamma si parlava di ogni cosa. Il nonno sordo costringeva ad alzare la voce, Gerbina lo rimbrottava regolarmente ogni volta che chiedeva di ripetere l'ultima frase. Un duetto pieno d'amore e di dolcezza. Il dialogo andava avanti fino al momento del caffè. Era uno spasso.
La macchinetta da 6 tazzine con il suo brontolio annunciava che il pranzo volgeva al termine. Gerbina, seguendo un cerimoniale ormai consolidato, faceva la domanda ormai rituale: "Prendi il caffe' ?" a cui seguiva una risposta scontata ma per lei sempre nuova "No nonna, altrimenti non dormo". Scuotendo la testa per la disapprovazione Gerbina prendeva due bicchieri, versava il caffè fumante in ugual misura nei due recipienti. Un brindisi all'aroma di caffè.

Era la fine della festa, ma l'inizio dell'attesa per il successivo lunedì.

(Dedicato ai miei amati nonni che mi hanno sempre trattato come un bimbo e come tale li porterò sempre nel mio cuore e nella mia mente)

domenica 22 maggio 2011

Ritorno

L’anima asseconda il cuore,
insieme scandiscono a ritroso
i passi del tempo,
la mente naviga
verso lidi conosciuti e lontani.

Una lieve brezza
accompagna il lento movimento,
risveglia antiche emozioni
sopite dagli avvenimenti,
cavalca la spuma delle onde.

Squarci taglienti di luce
affrontano nuvole grigie,
provocano vibrazioni intense,
scuotono membra abbandonate,
colorano il cielo assonnato

Un forte bagliore
avvolge ogni cosa
rompe gli indugi,
spande luci tenui, sfocate
ravviva il movimento sospeso.

Un turbinio di antichi sapori,
di voci lontane, di immagini vive,
sale in superficie
da un bagaglio di vita vissuta,
distante mai dimenticata.

Tutto e’ cambiato,
niente e’ più uguale,
ciò che è stato
rimarrà immutabile nel tempo
scolpito nella mente,
nel cuore a risalire
i meandri della memoria
per tornare da dove è sempre stato

sabato 21 maggio 2011

In stelle di pensieri


Vedo stelle inchiodate
nel cielo immobili
ammiccare alla vita

Come pensieri sparsi
stretti nel cuore
riempiono l'anima

Sentieri tortuosi
segnati dalla mente
percorsi senza meta

Scorre il tempo
dei ricordi incisi
su ogni pietra del lungo cammino

Torno su passi
antichi dispersi nell'universo
testimoni di un vivo sentimento
mentre una musica suadente
accompagna una voce
scolpita per sempre
nella memoria

Ritrovo emozioni
conservate nel sottocuore
pronte a liberarsi
nell'aria dolce della sera
per viaggiare a ritroso nel tempo
fino alla sorgente
che diede loro la vita

giovedì 19 maggio 2011

La bombola e l'orologio

La sera arrivava all'improvviso in quella casa sopra i tetti della città. In cucina il nonno, con le sue mani gigantesche, caricava la stufa con dei grossi pezzi di legna per avviare il fuoco. Come sempre però iniziava un'accesa discussione. Nonna Gerbina, che osservava facendo finta di niente i movimento di nonno Renato, lo apostrofava immediatamente "Ma non vedi come sono grossi quei pezzi di legno, non si accenderà mai il fuoco". Dal canto suo Renato, sordo come una campana, continuava imperterrito nella solita impresa serale, noncurante delle parole della nonna, lanciando qualche moccolo contro il legnaiolo che aveva portato dei pezzi bagnati. Alla fine il nonno si arrendeva imprecando mentre Gerbina, con la sua aria furbetta, prendeva dei piccoli legnetti e in due minuti accendeva il fuoco. Tutti in casa sapevano che quei pezzettini di legno spuntavano all'improvviso da non si sa dove e tutti sospettavano che li tenesse nascosti di proposito. Comunque alla fine la stufa iniziava a riscaldare la piccola cucina e la temperatura saliva così tanto da avere l'impressione di trovarsi su qualche spiaggia tropicale.

La cucina era sopraelevata rispetto a tutte le altre stanze e, nelle serate di pieno inverno, il calore della stufa a legna non avrebbe mai potuto arrivare a stemperare il resto della casa. Quando si entrava in una di quelle camere gigantesche di 20 metri quadrati, con i soffitti alti almeno 5 metri, era come salire sulla cima di una montagna: l'aria che fuoriusciva dalla bocca si trasformava immediatamente in una nuvoletta di piccoli cristalli ghiacciati. La nonna lo sapeva bene ed ogni sera verso le 22 dava inizio alle operazioni che erano il preludio per la notte. Metteva sulla stufa a legna un pentolone d'acqua e preparava sul tavolo tre belle bombole di latta avvolte in una calza di lana. Quando la pentola iniziava a sbuffare e lanciare nuvole di vapore incandescente, lei riempiva le bombole di acqua bollente, poi le prendeva con le sue mani affusolate e scendeva nelle camere a sistemarle nei letti.

Bimbo osservava come sempre tutti i movimenti della nonna e sapeva che di lì a poco avrebbe dovuto affrontare il letto infuocato come se fosse cosparso da un tappeto di carboni ardenti. Come ogni sera infatti, precisa come un orologio, Gerbina, quando erano trascorsi pochi minuti dalla sistemazione delle bombole nei letti, si rivolgeva verso Bimbo in un tono che non ammetteva repliche "Su Bimbo vai a letto che è tardi". Il ragazzino iniziava a muoversi di mala voglia sapendo ciò che lo attendeva: lenzuola ad una temperatura di circa 80°. Mentre scendeva le scale, seguito come un'ombra da Gerbina, pensava a cosa inventare per allontanarla appena entrati in camera. Quella sera lei aveva un bicchiere pieno d'acqua in mano e quindi Bimbo non avrebbe potuto fare ricorso al suo vecchio trucco di chiedere da bere. Seduto sul letto stava iniziando a spogliarsi sotto lo sguardo attento della nonna, quando l'idea arrivo' improvvisa come un fulmine durante un temporale estivo "Nonna ho dimenticato l'orologio in cucina" disse nascondendo la mano sinistra dietro la schiena. Gerbina, presa alla sprovvista, non ebbe il tempo di notare il movimento della mano e alzando gli occhi al cielo esclamò "Possibile che ogni sera dimentichi qualcosa ? Su finisci di spogliarti che vado a prenderti quel benedetto orologio". Appena uscita dalla stanza, il ragazzo fece volare via le coperte, prese la bombola ancora bollente e la mise sotto il letto, poi iniziò a muovere le braccia come le pale di un mulino a vento sopra le lenzuola che in pochi secondi si raffreddarono. Finì di spogliarsi, si mise il pigiama e appena la nonna stava rientrando si infilò sotto le coperte. Erano trascorsi appena due minuti ma erano stati sufficienti per far tornare le lenzuola ad una temperatura di 5-6 gradi come quella della stanza. “Bimbo ma dove hai la testa, l'orologio non c'è su in cucina” disse la nonna appena entrata in camera. “Scusami nonna non avevo visto di averlo appoggiato qui sul comodino” La nonna alzò il braccio come a voler dare uno schiaffo al ragazzino, ma quando la mano arrivò sul volto del bimbo, lo schiaffo si trasformò in affettuoso buffetto. “Dormi ora che domattina arriva presto” Disse uscendo dalla camera mentre Bimbo si crogiolova fra le lenzuola fredde che si stavano scaldando con il calore del suo corpo. Il sonno lo colse subito mentre stava pensando a cosa inventarsi per la sera successiva.

martedì 17 maggio 2011

Ricordi

Sotto un cielo
che pensieri raccoglie
volo alla cieca
in cerca di vita


Parole strette
nello scrigno del cuore
fluiscono per trovare
la strada dell'anima


Ho visto immagini
trasportate dal mare
seminare dolci ricordi
conservati nella memoria


Metto in fila
le emozioni del tempo
rivissute nel sogno
di notti insonni


Ore intense
tornano alla mente
a ricostruire una storia
pronta da vivere


domenica 15 maggio 2011

Desiderio in sogno

Sogno una scala in prima mattina
come a scalar la montagna
dove la cima socchiusa diffonde
piacere in sottofondo

Il sapore di quel cuore
portato da baci finalmente liberati
arriva all’anima toccata
da mano incerta

Ascolto i richiami di quella bocca
sulle labbra serrate,
geme la voce
nell’attesa dell’incontro

I corpi si toccano
fondendosi nel desiderio
da troppo tempo costretto
in fragili argini

Risveglio improvviso
in mezzo alla valle,
stanza vuota di presenze
occupata da sensazioni vive e indelebili

Frammenti di una storia
non vissuta tornano alla mente
scolpiti, riposti
ad eterna memoria,
pronti a ridare luce
in un volo infinito
verso spazi infiniti

venerdì 13 maggio 2011

Percorsi del tempo

Percorro a ritroso
le strade del tempo
ritrovo emozioni
lasciate sul ciglio dell'anima

Raccolgo i frutti
sul quel sentiero tracciato
da una mano sconosciuta
che ha accarezzato il cuore

Camminavo
fianco a fianco
di uno spirito libero
spaventato dalla vita

Il calore dell'amore
affiorato da quegli occhi
accompagnava i giorni
iniziati in un'altra dimensione

Parole come gocce di pioggia
sospiri come fiocchi di neve
sensazioni come spighe di grano
desideri come lucciole nella notte

Emozioni uscite
dallo scrigno del tempo
a ridare nuova linfa
da una quiete innaturale

Percorso infinito
deviato bruscamente
dalle pieghe della vita,
rifiorito all'improvviso
da un deserto di solitudine

lunedì 9 maggio 2011

Alba

L'alba mi ha sorpreso
abbandonato sulla spiaggia
fra i fantasmi della notte
lasciati al loro destino

Ho regalato alle onde del mare
i sogni appena svaniti,
ho affidato alla brezza mattutina
le emozioni di una nuova vita

Compagne di viaggio
sfilano senza paura
sul sentiero dei sentimenti
che porta dritto al cuore

Malinconica luce
lentamente sorge all'orizzonte
risveglia l'anima assopita
alimenta la speranza di un nuovo giorno



Mamma di memoria

Non ti ho vissuto di vita vera
come sogno interrotto da lampo di luce,
te ne andasti
lasciando nuova solitudine

Non ti ho amato come meritavi
durezza lasciavi nel mio cuore,
te ne andasti
incrinando la pietra della mia anima

Non ti ho visto con occhi veri
abbagliati dal furore in fili d'oro,
te ne andasti
aprendo quel velo oscuro

Non ti ho tenuto fra le mie braccia
a vuoto agitavano l'aria,
te ne andasti
lasciando assenza d'immagine

Non ho navigato sul tuo mare
spaventato dal vento furioso,
te ne andasti
portando calma sulle onde

Non ho pianto sul tuo seno
trattenuto da orgoglio bambino,
te ne andasti
liberando fiumi di dolore

Da tempo non ci sei
Ti vivo
Ti amo
Ti vedo
Ti abbraccio
Ti piango
Ciao cara mamma



sabato 7 maggio 2011

Il rito magico


Quella stanza era il suo regno e la sedia di vimini il suo trono. Un raggio di sole le illuminava il ciuffo biondo e ribelle, gli occhiali inforcati, l'ago nella mano destra, la stoffa nella sinistra.

Mi fermavo in silenzio sbirciando di nascosto dal corridoio. Lei, assorta in quella attività che amava piu' di ogni altra cosa, difficilmente mi vedeva.

In quei momenti si trovava in un altro mondo. Un mondo fatto di stoffe, fili lucenti, aghi di ogni spessore, bottoni di vario materiale, cerniere, spille. Oggetti inanimati e multicolori. In poche ore però arrivava la vita. Le sue mani armeggiavano, infilavano, toccavano, piegavano, cucivano. Ai miei occhi una sorta di rito magico. Come d'incanto appariva una gonna, una camicetta, un paio di pantaloni.

Anche il sole impallidiva al cospetto di quel gioco di prestigio. Povero spettatore. Soddisfatta, raggiante, sorridente alzava la testa, guardava decisa verso la porta, con tono burbero mi rimproverava "Lo sai che non si fa la spia ?" Le sue braccia agitavano l'aria ed io correvo a prendere il bacio materno.



venerdì 6 maggio 2011

Silenzi nascosti


E' sceso il silenzio
stamani sul cuscino
intriso da gocce di pioggia
Parole nascoste
alla luce del sole
viaggiano su sentieri sconosciuti
Seguono orme leggere
lasciate nel cuore
da dolci sorrisi
e carezze affogate
Provo a trovare
nel sogno della vita
quella strada tortuosa
imboccata con l'anima
gonfia di amore
Un deserto si stende
davanti ai miei occhi,
disegno strani percorsi
sulla sabbia incandescente
mentre la mano allenta la presa,
sfugge con un battito d'ali
il pugno di emozioni
strette nella mente



mercoledì 4 maggio 2011

Amica d'infanzia


La cucina era il cuore di quella grande casa e tutte le altre stanze sembravano invidiarla. La sala da pranzo che si animava solo per natale e pasqua, il salotto con i vecchi mobili sempre avvolto dalla solitudine, le enormi camere da letto utilizzate per trascorrere la notte. Riscaldata in inverno dalla stufa a legna, illuminata dal sole che la inondava da mattina a sera, rinfrescata in estate dal venticello che saliva dal fiume, la piccola stanza era circondata da spazi infiniti.

Le due finestre erano i suoi gioielli: due grandi occhi attraverso i quali vegliava sopra i tetti della città. Era sempre accogliente e disponibile anche di prima mattina quando, appena sveglio, insieme ai nonni, Renato e Gerbina, mi godevo uno spettacolo unico. Attraverso i suoi occhi lo sguardo volava su antenne, comignoli, tetti rossi fino a dove il sole sorgeva. Si respirava l'aria fresca del mattino che silenziosamente entrava come a dare nuova vita. La sera poi lo spettacolo si ripeteva quando il tramonto con i suoi colori entrava per annunciare l'ora della cena. La giornata terminava con un un ultimo sguardo al cielo stellato.

Oggi non ci sono più Renato e Gerbina, ma la piccola cucina ancora è lassù, in cima al palazzo vicino al fiume. I suoi occhi vigilano ancora sulla città ed un bambino dai capelli bianchi la conserverà sempre nel suo cuore fra i ricordi più cari.



martedì 3 maggio 2011

Mosaico di ricordi

Stringono le dita
folate di vento
a trattenere emozioni
scolpite nel cuore
trasportate sulle onde
di un'anima inquieta

Percorrono strade
tortuose fra dune di sabbia
modellate dalla passione
trascinata dalla marea
che invade l'anima
con lenti movimenti

Vago sperduto
fra spazi infiniti
seminati dal ricordo
delle note di una chitarra
che suona nel vuoto
riempito dalla malinconia

Affido a granelli di sabbia
momenti di vita,
ricordi indelebili
come in un mosaico
di una storia dispersa nel temp
ma non nella mente



domenica 1 maggio 2011

Speranza ritrovata

Parole sparse in testa
prendono forma
in un frastuono di pioggia

Gocce trasportate dal vento
sulle onde del mare
accarezzano le stelle

Sogni riempono la notte
di voce suadente
che porta brandelli di vita

Immagini in bianco a nero
scolorite dal tempo
si posano su fogli ingialliti

Pensieri confusi
riportano alla mente
emozioni infinite
riposte nelle pieghe dell'anima

Una strada s'illumina
nel buio della notte,
prende una piega improvvisa,
semina speranza sul ciglio
a futuri viandanti,
un'ombra furtiva
nasconde in un solco
quel frutto prezioso
ritrovato sul sentiero della vita