sabato 18 giugno 2011

Il mago dei frati


Appena entrati in piazza, un profumo prendeva deciso il sopravvento e annunciava il momento tanto atteso. Lo sguardo seguiva quell'aroma inconfondibile fino ad arrivare a Mauba: il mago dei frati.

Solo allora la nonna lasciava la mia mano ed io correvo a godermi lo spettacolo.

Un richiamo tentatore echeggiava per la piazza. "Bambini piangete 'he mamma ve lo 'ompra". Difficile resistere. Mauba lanciava i suoi messaggi in piedi davanti ad una padella gigantesca. Al suo fianco la moglie con l'impasto posato sul tavolo a mo' di montagna. Entrambi dietro al loro banco pulito e lindo. La magia aveva inizio.

Un pezzetto di pasta, strappato dalla montagna, era posato sul tavolo. Lavorato fino a diventare un lungo serpentello. Il primo prodigio si compiva davanti ai miei occhi stralunati: dita sapienti come bacchette magiche davano vita ad una pallida ciambellina.

Mauba, il mago, entrava allora in azione. Come un cavaliere d'altri tempi brandiva la sua lancia: un forchettone. Gentile e garbato, con mano leggera, sollevata la pallida dama, delicatamente la posava nell'olio caldo e avvolgente. La toccava, l'accarezzava, la rigirava, la dondolava, la rivoltava. Lei educata rispondeva. Si rigonfiava, si pavoneggiava, si gongolava, si crogiolava e lentamente prendeva colore.
 
All'improvviso... ZAC ... la lancia sollevava la ciambella. Il mago la imbellettava ancora fumante con candido zucchero e me la porgeva sorridente. A bocca spalancata per la nuova magia, gustavo finalmente il mio frate fritto e ben zuccherato.



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